Il segreto della salute? Non essere mai “acidi”

La dottoressa Maria Rosa Di Fazio è medico oncologo, responsabile del Servizio di Oncologia Integrata del Centro medico internazionale SH Health Service di San Marino. È inoltre visiting professor al master di oncologia integrata dell’Università di Cataniaa, dove insegna “Alimentazione del paziente oncologico”, e a quello di ossigeno-ozonoterapia di Tor Vergataa, dove insegna ozonoterapia applicata all’Oncologia. In un’epoca come quella attuale, abbiamo pensato ci chiederle di collaborare con la nostra testata per temi e approfondimenti che possano aiutare a conoscere il nostro organismo e i meccanismi che lo riguardano. E per poter vivere in tutta salute e benessere.

Dopo quasi trent’anni di professione, per me è diventato quasi un riflesso condizionato: il primo valore che vado a controllare negli esami che prescrivo e che poi mi portano i pazienti, è il pH delle urine, un valore che i vecchi medici chiedevano sempre, ma che i loro giovani successori sembrano ignorare.
Invece è fondamentale. E infatti è lì che corre subito il mio occhio.
Corre lì perché quel valore mi dice quale sia lo stato di acidificazione del tessuto connettivo del paziente, un campanello d’allarme che suona quando il pH delle urine si posiziona sotto il valore 6. Un pH basso è infatti al tempo stesso causa e sintomo della “Low Grade Inflammation”, e cioè di quella infiammazione cronica di basso grado che è “la Madre” di tutte le peggiori patologie, da quelle autoimmuni fino alla punta dell’iceberg del Male, e cioè i tumori.

Acidità, no grazie

Per non ingenerare equivoci voglio precisare e ribadire che non sto parlando del pH del sangue, che deve rimanere nella ristretta forbice compresa tra 7,35 e 7,45, altrimenti si finisce in Pronto Soccorso per i doverosi presìdi d’urgenza. Quindi ripeto: io qui mi riferisco all’acidità del tessuto connettivo, lì dove tutto “ristagna”, nel bene come nel male. Non per nulla è appunto l’acidificazione che dobbiamo evitare come la peste, in quanto potenzialmente molto pericolosa e foriera di seri guai. Dobbiamo – e possiamo – farlo controllandola il più frequente possibile. Perché quando vedo un valore di appena 5 – e ne ho visti di più bassi ancora – scatta subito in me quel “campanello d’allarme”.
Quindi suggerisco a tutti l’abitudine di una facilissima ed economica autodiagnosi casalinga. La mattina a digiuno – quando siamo più acidi – fate un po’ di pipì in un bicchierino pulito e asciutto e immergetevi una strisciolina di carta di tornasole. Oppure bagnate la cartina direttamente sotto il getto di urina. E poi confrontate il colore che avrà assunto con quelli della scala cromatica riportata nella confezione. A ogni diverso colore corrisponde un diverso grado di pH.


Qualche regola di base

Tenete conto che al mattino e alla sera tardi, dopo cena, siamo tutti più acidi e quindi mattino e sera, dopo cena, sono i due momenti in cui è importante vedere almeno il valore 6. Nell’arco della giornata, a seconda di quello che avrete mangiato e bevuto, quel 6 potrà infatti salire a 7 e anche a 8 – soprattutto se avrete consumato almeno tre o quattro miracolose porzioni di verdure – per poi ridiscendere via via nella notte.
Se al mattino e alla sera il valore è sotto il 6, significa che siete infiammati e che dovete rientrare al più presto nella normalità. Il ritorno a un pH normale può essere aiutato ricorrendo a prodotti specifici, ma non chiedetemi nomi perché per deontologia professionale non promuovo pubblicamente nessun integratore o farmaco, cosa che ritengo corretta fare soltanto nel corso di una visita.

Ma per alcalinizzarci è anche – e direi soprattutto – necessario un deciso cambio di passo nel regime alimentare, aumentando il consumo di verdure (tre o quattro porzioni giornaliere) e di buona acqua, ma riducendo invece al massimo carne, salumi, caffè, latte vaccino, yogurt, formaggi, alcol, bibite e dolci. In certi casi bisogna farlo in modo deciso e radicale, altre volte togliendo anche soltanto due o tre cose che però da sole possono fare danni davvero notevoli. Perché la vostra acidificazione arriva tutta da lì, da quello che mangiate e bevete di sbagliato, soprattutto se lo mangiate ogni giorno, da anni e anni, senza cambiare mai, iniziando dalla prima colazione. Come amo dire ai miei pazienti, “ricordate che ci ammaliamo per prima cosa di monotonia alimentare”. E che la regola per stare bene è una: “Cambiare, cambiare, cambiare”.

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