Mano bionica, una realtà italiana per la microchirurgia mondiale

La “mano bionica” è ormai una realtà. Ed è un’eccellenza tutta italiana dovuta alla bravura e alla maestria dei bio-ingegneri del Sant’Anna di Pisa e di un chirurgo di Cagliari: Paolo Sassu. L’intervento è stato eseguito su una donna svedese che aveva subito l’amputazione dell’arto diversi anni fa. Il Dottor Sassu lavora da sette anni in Svezia e coordina l’Hand Transplant Program dell’Ospedale Universitario Sahlgrenska, a Goteborg. L’abbiamo intervistato in merito allo straordinario intervento ed ecco le sue risposte…
Che cos’è la “mano bionica”?
La cosiddetta ‘mano bionica’ è frutto di un progetto di ricerca europeo il cui direttore scientifico è l’Ingegnere e Professore Christian Cipriani, del Sant’Anna di Pisa. Il sistema di elettrodi muscolari e nervosi che consentono alla mano di muoversi e di percepire il tatto è invece stato sviluppato da un altro Ingegnere di Goteborg, il Professor Max Ortiz, con cui collaboro. La mia partecipazione a questo bellissimo progetto è legata soprattutto alla parte chirurgica durante la quale sono
stati inseriti nel braccio della paziente tutte le componenti elettriche che attivano la protesi.
La mano bionica è dedicata a pazienti adulti che hanno subito un’amputazione dell’arto superiore. L’intervento consiste nell’inserire una vite in titanio nell’osso del moncone di braccio residuo. All’interno di tale vite vengono fatti passare tanti sottili elettrodi che sono  successivamente cuciti ai muscoli e ai nervi del braccio. Il paziente, collegando la protesi alla vite inserita nell’osso, mette in contatto gli elettrodi del braccio alla protesi stessa cosicché’ l’attivazione di un determinato muscolo corrisponderà ad un certo movimento delle dita. Una delle novità’ più’ importanti è proprio la capacita’ di questa cosiddetta mano bionica di percepire la sensazione del tatto grazie alla presenza di un elettrodo che collega il nervo sensitivo del braccio al polpastrello delle dita.
Ci sono controindicazioni per questo intervento?
L’impianto delle viti nell’osso richiede un delicato intervento chirurgico. La parte della vita che spunta fuori dalla pelle può’ provocare in alcuni casi  l’insorgenza di infezioni e per questo è importante un’accurata selezione del paziente. L’impianto inoltre non è adatto nei bambini in quanto le viti inserite nell’osso potrebbero disturbare l’accrescimento dell’osso interessato.
Su cosa si basa l’impianto?
Questo impianto si basa sull’inserimento di viti ossee che sono già’ utilizzate da anni in campo medico. Inizialmente furono sviluppate dal Professor Per-Ingvar Brånemark a Goteborg in campo dentistico e successivamente applicate dal figlio Rickard, con cui collaboro, in campo ortopedico.
Essendo ampiamente collaudate nell’uomo non hanno necessita’ di essere testate su animali. Anche gli elettrodi inseriti nel braccio sono bio-compatibili e non devono essere testati su animale.

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