Trattorie emozionali reggiane, quando la passione diventa vincente

Capita spesso nel variegato mondo dell’informazione. E, quando succede, spesso è una piacevole sorpresa che mette in evidenza come il talento e la passione possano davvero rappresentare il successo di un’iniziativa. E’ accaduto con una pagina facebook – trattorie emozionali reggiane – che, partendo dalla felice iniziativa di alcuni utenti, si è rapidamente trasformata in una seguitissima rete di contati e in un blog decisamente al top. Sembra facile, infatti, parlare di una riscoperta del territorio e di una comunicazione mirata a persone interessate. E’ importante, comunque, toccare le corde giuste, sapere di cosa si sta parlando e, soprattutto, avere tanta, ma tanta passione da tramettere agli altri. Ma cediamo la parola a uno dei protagonisti di questa iniziativa e vediamo come da un’idea si possa passare ai fatti. E al successo.

Trattorie emozionali reggiane, un’emozione di gusto

Ci racconta Lucio Duo, l’ideatore dell’idea: ” Trattorie Emozionali Reggiane, è nato quasi per caso e per gioco il 16 agosto 2024, con qualche amico iscritto  L’idea di costituire questo gruppo, è figlia dell’emotività positiva, e non distruttiva, che è merce rara nei social, ed è la chiave di volta per essere ascoltati. Abbiamo così unito il nostro amore per il territorio, per le tipicità, per la tutela dei luoghi e il nostro orgoglio di appartenenza. La difesa di luoghi bellissimi, ma abbandonati forzatamente da chi vorrebbe viverci e lavorarci, lo scarso afflusso turistico, in quanto lontano dalle grandi vie di comunicazione, la scarsa diffusione nei media della conoscenza della nostra provincia, ha acceso in noi il desiderio di farli conoscere. La maledizione/benedizione dell’isolamento, rende magici questi borghi, questi locali, queste produzioni tipiche, questi piatti antichi, rende bellissima, attraverso le storie condivise e le emozioni, la ricerca di sapori e profumi che evocavano la nostra infanzia.

 

Grazie all’affinità di pensiero con Luca Lusetti e Daniele Prati, col gruppo siamo arrivati in 3 mesi a oltre 13.000 iscritti (che continuano a aumentare in modo esponenziale –  Ndr). Del resto, abbiamo presto compreso, che la gente si accorge della verità, del fatto che i locali, li frequentiamo di persona, che le emozioni sono le nostre, che non facciamo uso del copia/incolla, che in effetti la migliore pubblicità, passa dalle emozioni, non denigrando la concorrenza o parlando in maniera maniacale di se stessi, ma sempre puntando all’ educazione e al rispetto e non calando mai dall’alto ciò che raccontiamo. Nessuna comparazione fra trattorie, nessuna gara, nessuna classifica, ma semplicemente la fotografia che ferma quell’attimo. Crediamo che le gare fra ristoranti siano stupide e offensive per chi ci lavora, la ristorazione non è sport, ma lavoro e impegno. Bisognerebbe partire dal presupposto che le cose cambiano continuamente, che il cuoco quella giornata può non essere in forma, che le materie prime, possono variare ogni giorno, che si può essere vincenti o perdenti per un periodo ma non per sempre”.

Un qualcosa di cui tener conto

Continua Lucio Duo: “Altro aspetto importante, è sicuramente la volontà di non confondere la tutela del proprio territorio e delle tipicità, con un mero sciovinismo locale, impedendo al mondo di entrare nei “nostri confini”, ma al contrario, intendendo la tutela, come un raccontare se stessi a chi arriva, accogliendolo al meglio. Rinnegare le proprie radici per accogliere significa commettere un grave errore, non possiamo cancellare il nostro passato per non avere nulla da trasmettere a chi arriva. Speriamo, che la nostra crescita e diffusione, possano dare un piccolo contributo, a far conoscere la nostra cucina, i nostri territori, i nostri locali e i prodotti tipici, magari contribuendo al mantenimento delle attività, così da non perdere opportunità lavorative anche per i giovani, portando così a un ripopolamento di territori sconosciuti nella loro bellezza, patrimonio che non deve andare perduto. Per quanto riguarda le differenze fra Reggio e Parma, vorrei evitare di cadere in facili campanilismi, del tutto sterili, posso solo affermare che le differenze a distanza di pochi chilometri hanno sicuramente contribuito a rendere grande e famosa la cucina italiana nel mondo, ed evitare, una sorta di globalizzazione valorizzando le rispettive differenze. Il sogno che abbiamo per il futuro, che i nostri figli e nipoti possano ancora godere di questa grande bellezza”.

Un paesaggio fiabesco e una tradizione gastronomica da non scordare

Il paesaggio dell’Appenino Reggiano è davvero una piacevolissima scoperta. Una scoperta fatta di colline variegate che degradano in incantevoli fiumi e torrenti di incomparabile bellezza, segnato costantemente da un susseguirsi di colori che vanno dalle mille sfumature di verde della primavera-estate, al rosso e all’ocra dell’autunno-inverno. Che dire, poi, dei paesini che costellano il territorio, con il loro fascino antico e la vita che riprende quella dei nostri progenitori, fatta di lavoro duro, ma anche di felicità domestiche e personali. Il tutto, infine, si illumina nelle trattorie e nei bar della zona dove – in estate come in inverno – è possibile degustare i piatti della tradizione dei nonni e degli antenati. Una cucina semplice, ma genuina, fatta di filiera corta, ma imprescindibile. Una realtà antica da riscoprire e valorizzare nell’ottica di un diverso valore da dare a un territorio tutto da riscoprire.  Dobbiamo, infatti, calcolare che questa parte della nostra penisola è più isolata rispetto ad altre per due motivi: non c’è un’autostrada che l’attraversa e ci sono ben 7 vette oltre i 2000 metri a segnarne il paesaggio. Un consiglio, quindi,? Fate un salto in queste zone e, con la guida di trattorie emozionali reggiane andate a toccare con mano una gastronomia decisamente al top.

Per saperne di più:

blog, sito web: https://trattorieemozionalireggiane.blogspot.com/

gruppo facebbok: https://www.facebook.com/groups/902227971725750

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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